mercoledì 10 giugno 2015

Strage di Torino

Viene ricordata la serie di omicidi commessi tra il 18 dicembre ed il 20 dicembre 1922 a Torino dai fascisti capeggiati da Piero Brandimarte.
La notte di domenica 17 dicembre 1922, alla barriere di Nizza, tra corso Spezia e Via Nizza, avvenne uno scontro a fuoco nel quale restarono ferite quattro persone, due delle quali moriranno nel giro di poche ore. Le vittime furono Giuseppe Dresda, ferroviere ventisettenne e Lucio Bazzani, studente di ingegneria di 22 anni, entrambi militanti fascisti.
L'uccisore, riconosciuto nel tranviere ventiduenne Francesco Prato, riuscì a fuggire, benché ferito a una gamba. Aiutato dai suoi compagni, Prato si rifugiò in un'abitazione non distante da corso Spezia e, in seguito, venne fatto espatriare in URSS,dove si ipotizza sia scomparso nel periodo delle purghe staliniane
I due omicidi, oltre alle ricerche della Polizia, avviano la reazione delle squadre d'azione capeggiate da Piero Brandimarte e organizzata dai quadrumviri del fascismo torinese: Scarampi, Voltolini, Monferrino e Orsi, che investirono l'intera città di Torino, in una caccia all'uccisore Prato, presso gli esponenti più conosciuti della fazione politica opposta.
Benito Mussolini, telefonando al prefetto di Torino, subito dopo la strage dirà:
« Come capo del fascismo mi dolgo che non ne abbiano ammazzato di più; come capo del governo debbo ordinare il rilascio dei comunisti arrestati! »

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